LA STORIA
Due bambini vestiti da Uba Uba vogliono fare i cattivi in una Taranto post apocalittica. Cioè tra cinque anni.
P.s. Uba Uba era un negozio di vestiti scadenti nella Brescia degli anni ’90.
PERCHÈ NON VEDERLO. MA ANCHE SI.
Gli italiani che si misurano con uno scenario futuristico rischiano sempre la macchietta. A meno che non si esplori il grottesco, allora lì siamo bravi. Ma Mondocane ha la pretesa di essere vera storia in vero (immaginario) mondo con tanto di ammonimento ecologico e solita lotta di classe. I due protagonisti sono presi dalla strada e, viste le loro capacità attoriali, sono destinati a rimanere sulla strada. A margine di tutto, però, c’è Alessandro Borghi, il solito gigante. Baffuto e con cicatrice cranica è un cattivo dal cuore (non tanto) buono; quando sgrana gli occhi mette veramente paura e, a conti fatti, vale il prezzo del biglietto.
NOTA A MARGINE. Eravamo in quattro in tutto il cinema. IL PIndemonte di Verona, per completezza d’informazione.
VOTO
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