LA STORIA. Toni Servillo e Silvio Orlando. Io mi fermerei qui. Anche perché non succede altro.
PERCHÈ GUARDARLO. Due prove attoriali degne di chi le presenta, una sfida tra giganti del cinema italico. Il tutto condito da una storia che non si dipana ma scorre. Lentamente. In un’ambientazione (vera) che ha del magico, il buono e il cattivo si scambiano i ruoli continuamente nell’attesa che arrivi il nemico per espugnare la Fortezza Bastiani. Se vi piace Buzzati capirete la bellezza di questo film.
LA NOTA. Silvio Orlando voleva la parte di Toni Servillo perché lui il cattivo non lo ha mai fatto. Per fortuna non lo hanno accontentato.
LA NOTA DI MERITO. Toni Servillo, che meraviglia. Mi colpisce sempre come riesca a modulare la voce passando dal tono amichevole a quello perentorio in un battito di ciglia.
VOTO.
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